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Cina tra Sostenibilità e Sviluppo economico

Quando si parla di Cambiamento Climatico, la Cina non è per niente un Paese passivo, al contrario, l’argomento viene affrontato in modo molto serio perché la Cina ne è particolarmente vittima.

Nella percezione comune, siccome il cambiamento climatico è un problema globale, si pensa che esso sia in qualche modo “omogeneamente distribuito” nel pianeta, tanto che anche gli indicatori numerici, che le agenzie internazionali utilizzano per misurarlo e monitorarlo, vengono applicati in modo omogeneo ai vai Paesi, ma, in verità, il cambiamento climatico è il risultato della sommatoria e dell’interazione di una pluralità di fenomeni locali e regionali.

Nel caso della Cina, il cambiamento climatico non è solo associato alla CO2 ed ai gas ad effetto serra, ma a tutto il fenomeno dell’inquinamento, in particolare quello atmosferico, e ad alla gestione ambientale in generale, che ha concorso a creare un fenomeno regionale dai contorni ben definiti.

Da oltre 20 anni, le foto satellitari mostrano che sulla regione compresa tra il Pakistan, l’area settentrionale dell’Oceano Indiano e la Cina staziona una coltre che viene chiamata “la nuvola marrone asiatica”, composta da una sospensione di inquinanti di varia natura e che si accumula tra novembre ed aprile, nel periodo di assenza dei monsoni e delle piogge.

la "nuvola marrone asiatica" sopra la Cina
La "nuvola marrone asiatica" sopra la Cina

Questa coltre filtra i raggi solari rendendo, più fredde le pianure e generando un fenomeno di inversione termica con le zone montuose dell’Hindu-Kush-Himalaya, causandone una poderosa accelerazione dello scioglimento dei suoi ghiacciai.

I ghiacciai del complesso Hindu-Kush-Himalaya sono considerati la terza riserva al mondo di acqua dolce in forma ghiacciata (dopo il Polo Nord ed il Polo Sud) e forniscono acqua a tutti i Paesi compresi tra Iran e Cina, compresi.

Il fenomeno dello scioglimento dei ghiacciai del complesso Hindu-Kush-Himalaya è alla radice di violente alluvioni, seguite da periodi di sempre crescente siccità.

Nel corso degli ultimi anni, a causa delle sempre più devastanti alluvioni, la Cina ha perso enormi quantità di raccolti, mettendo in seria difficoltà la gestione delle scorte alimentari, al punto da indurre il Governo ad avviare un consistente campagna contro gli sprechi alimentari e, periodicamente, invitando la popolazione a far scorte di prodotti alimentari non deperibili.

Lo Yangtze, il Fiume Azzurro, con i suoi 6418km, è il più grande fiume dell’Eurasia e culla della civiltà cinese, nasce nella zona cinese del complesso Hindu-Kush-Himalaya ed attraversa il Paese da ovest ad est, fino a sfociare a nord di Shanghai, toccando alcune delle Provincie più rilevanti per PIL, sviluppo industriale e sviluppo urbanistico.

L’impianto idroelettrico della diga delle Tre Gole, il più potente al mondo, fornisce da solo il 3% del fabbisogno energetico nazionale, tuttavia, nell’estate del 2022, l’energia erogata è risultata circa la metà di quella usuale, a causa della grave siccità che ha colpito la regione, mettendo in seria difficoltà le industrie in alcuni settori strategici, tra cui automotive e semiconduttori, che nell’area hanno realizzato importanti basi produttive, proprio perché attratte dalla disponibilità di energia idroelettrica.

Il problema è stato reso più grave dal fatto che, successivamente alla messa in funzione dell’impianto delle Tre Gole, gli affluenti dello Yangtze a nord della diga sono stati imbrigliati per realizzare altri impianti idroelettrici, di potenza complessiva paragonabile a quella della Tre Gole, non solo compromettendo il regolare flusso delle acque, ma anche causando gravi problemi ecologici e faunistici.

Proprio la complessità della situazione dello Yangtze e la sua centralità per lo sviluppo della Cina hanno indotto il Presidente Xi Jinping ad intervenire di persona, già sin dal gennaio del 2016, quando ha voluto che la fascia dello Yangtze fosse oggetto di una politica nazionale specifica.

Agli occhi della Cina ed a quelli del stesso Presidente Xi Jinping, è ormai chiarissimo che lotta al Cambiamento Climatico, Tutela Ambientale, Sviluppo Economico, Sicurezza Alimentare e Sicurezza Energetica sono interconnessi ed interdipendenti al punto da dove esser affrontati in modico unitario ed urgente, con azioni sia interne che regionali e globali. Questa è, in ultima analisi, il significato di Sostenibilità per la Cina.

Da queste considerazioni nasce l’interesse della Cina a partecipare da protagonista sia agli accordi multilaterali (e, quindi, nella definizione prima e nella implementazione poi dell’Accordo di Parigi), sia nella definizione ed implementazione di accordi regionali.

A livello nazionale, la Cina sta ormai consolidando un percorso di riforme e di implementazione di piani nazionali che hanno visto una poderosa accelerazione sin dal 12° Piano Quinquennale, sebbene con criticità e disomogeneità che derivano dalla mancanza strutturale pregressa, che si è trascinata fino al primo decennio del 21° Secolo, e dalla enorme complessità della macchina amministrativa cinese, che vede forti ambiti di autonomia a livello Provinciale e sub-provinciale.