4. Energia e Ambiente
In questa sezione vengono trattati i seguenti argomenti: infrastruttura energetica, qualità dell'aria, acqua, rifiuti e suolo
Indice
4.1. Energia
Il rapporto1 della World Bank, pubblicato ad agosto 2023, sullo stato dell’infrastruttura energetica del Myanmar, si intitola emblematicamente “al buio”.
Il settore energetico del Myanmar è stato gravemente colpito dalle turbolenze politiche in corso, con una spirale discendente che si è aggravata dal 2021 con prolungati blackout elettrici in tutto il Paese. La produzione di elettricità è in calo, con conseguente ampliamento del divario tra domanda e offerta di energia. Le ripercussioni delle infrastrutture elettriche danneggiate a causa del conflitto hanno influito sulla stabilità dell’intero sistema di trasmissione. Le principali città, tra cui Yangon, Mandalay e Nay Pyi Taw, stanno affrontando interruzioni di corrente mentre le zone industriali di tutto il paese si stanno preparando a paralizzanti interruzioni di corrente e all’aumento dei prezzi del carburante.
La capacità di generazione disponibile per il dispacciamento è stata ridotta di oltre 2,5 gigawatt (GW), a causa di vari fattori, tra cui la sospensione del funzionamento di due grandi impianti di produzione di gas naturale liquefatto (GNL) in Yangon, scarse precipitazioni e bassi livelli d’acqua nei bacini idroelettrici, nonché una carenza di approvvigionamento di gas naturale domestico. Inoltre, sono stati sospesi progetti dipendenti da investimenti esteri di costruzione di centrali a gas naturale per più di 2 GW. Lo sviluppo di nuova energia idroelettrica e solare fotovoltaica continua, ma con progressi lenti. Si prevede che la produzione dei giacimenti di gas nazionali diminuirà e si esaurirà nei prossimi anni, e le principali società multinazionali che stavano sviluppando nuovi giacimenti di gas offshore hanno lasciato il Paese.
Per massimizzare l’approvvigionamento energetico giornaliero totale, dalla metà del 2021 è stata aumentata la produzione di elettricità dalle centrali idroelettriche per compensare la minore produzione di elettricità dalle centrali elettriche a gas, di conseguenza, nel gennaio 2022 si è verificato un forte calo della quantità di acqua disponibile per la produzione di elettricità e l’irrigazione. Quattro unità idroelettriche hanno dovuto essere temporaneamente disattivate per operazioni di manutenzione a metà del 2022, inclusa la seconda diga più grande del Myanmar, Shweli-1. Ciò ha ulteriormente ridotto la capacità disponibile e ha provocato una grave carenza di elettricità durante la stagione secca da gennaio a maggio 2023.
Anche la capacità limitata della rete di trasmissione e distribuzione contribuisce alla carenza di elettricità. La rete elettrica è stata attaccata e danneggiata nel conflitto in corso. Le autorità hanno affermato che la rete elettrica è stata attaccata 229 volte tra febbraio 2021 e aprile 2023. Sebbene il numero di eventi legati ai conflitti sulle infrastrutture elettriche sia in calo rispetto al picco di fine 2021 e inizio 2022, la capacità della rete rimane vulnerabile. Inoltre, lo sviluppo della rete di trasmissione, compresa l’interconnessione con i paesi vicini per le importazioni di energia, non ha fatto molti progressi dal 2021.
Diversi fattori influenzano la sostenibilità finanziaria del settore, tra cui il deprezzamento della valuta, l’aumento dei costi di manutenzione della rete e il calo dei ricavi. Dopo essersi deprezzato dal 2021, il kyat del Myanmar ha spinto al rialzo i prezzi di acquisto dell’energia elettrica legati alla valuta forte da parte dei produttori di energia indipendenti. Con i danni alla rete i costi di manutenzione sono aumentati. Inoltre, la presa del potere militare ha innescato un boicottaggio a livello nazionale dei pagamenti delle bollette elettriche. La parte non pagata delle entrate elettriche è aumentata nel tempo, raggiungendo il 45% nel novembre 2021. Sebbene si prevedano deficit significativi nel settore energetico, l’aumento delle entrate derivanti dalle esportazioni di gas naturale verso Cina e Thailandia può contribuire in modo sostanziale alla posizione finanziaria del settore energetico nel suo complesso, compresi elettricità e carburante. Ci sono stati pochi progressi nel miglioramento dell’elettrificazione, lasciando oltre quattro milioni di famiglie senza accesso all’elettricità. Le prospettive di raggiungere l’accesso universale all’elettricità entro il 2030 si sono affievolite. Tra novembre 2020 e dicembre 2021, il tasso di elettrificazione a livello familiare è aumentato dal 57,9% al 61,6%, con un aumento solo del 3,7% su un anno, rispetto alla media del 6% annuo tra il 2017 e il. I prezzi dei carburanti derivati dal petrolio sono aumentati da due a tre volte rispetto al 2021 a causa della carenza di offerta e del deprezzamento valutario. Prezzi così elevati del carburante mettono sotto pressione gli operatori e le imprese delle mini-reti, riducendone ulteriormente l’accesso. L’energia rinnovabile distribuita sta guadagnando sempre più terreno nel soddisfare la domanda di elettricità, ma le catene di approvvigionamento e l’accesso ai finanziamenti rappresentano ostacoli per un’ulteriore crescita.
Le interruzioni di corrente a Yangon hanno causato lunghe code alle stazioni di rifornimento di gas naturale compresso, con un impatto diretto sugli autobus gestiti dalla Yangon Bus Services e sui taxi, con conseguente carenza di servizi di trasporto pubblico per i pendolari. Gli operatori sanitari non possono conservare in frigorifero i farmaci essenziali e i campioni dei test. La maggior parte degli edifici industriali e commerciali utilizzano i propri generatori diesel durante le interruzioni di corrente. Queste interruzioni hanno un impatto negativo sulla competitività del settore dell’abbigliamento a basso margine che domina le esportazioni di manufatti del Paese.
Per la domanda energetica sarebbe necessario aggiungere 300-500 MW ogni anno fino al 2030. L’analisi di scenario sul divario tra domanda e offerta di energia mostra che si prevede che la capacità di generazione disponibile non soddisferà la crescente domanda e che tale divario sarà aggravato dalle difficoltà nel mobilitare investimenti di capitale nella produzione di energia e nell’esplorazione dei giacimenti di gas. Anche mantenere attive le reti di trasmissione e distribuzione non sarà semplice a causa dei vincoli sulle risorse finanziarie e umane. Nel medio e lungo termine, l’esaurimento del gas domestico e le difficoltà nel mobilitare investimenti in ulteriori fonti di generazione spingeranno probabilmente il settore energetico verso una situazione ancora peggiore.
4.2. Aria
Secondo la World Bank2, il rapido sviluppo dal 2011 al 2020 ha prodotto anche un aumento dell’inquinamento atmosferico nelle aree urbane. Yangon e Mandalay stanno sperimentando una maggiore urbanizzazione dovuta alla migrazione rurale-urbana e una crescente densità abitativa, poiché la crescita della popolazione urbana è stata più rapida della crescita urbanistica. Nel 2017, si stima che l’inquinamento atmosferico sia stato responsabile di oltre 45.000 morti. Come fattore di rischio di morte, l’inquinamento atmosferico è più elevato in Myanmar che in altri paesi della regione, quasi il doppio della media del Sud-Est asiatico. Tuttavia mancano dati reali e altamente affidabili sulla qualità dell’aria in Myanmar, e le disposizioni per il monitoraggio della qualità dell’aria e il controllo dell’inquinamento sono ancora agli inizi.
Secondo l’OMS3, Il Myanmar si trova ad affrontare un doppio inquinamento, sia dell’aria esterna che di quella interna. Come in molti luoghi nel Sud Est Asiatico, laddove non c’è disponibilità di elettricità e di gas, l’uso di combustibili per la cucina domestica (cherosene, legna, scarti agricoli) contribuisce all’inquinamento dell’aria interna. Tali combustibili causano un'elevata esposizione agli inquinanti all'interno della famiglia, in particolare per le donne, i bambini e gli anziani. Inoltre, contribuiscono notevolmente alla scarsa qualità dell’aria esterna nelle comunità vicine. L’urbanizzazione e i trasporti aggravano l’inquinamento esterno. Episodi di picco di inquinamento atmosferico possono derivare da incidenti come l’incendio di rifiuti nella discarica di Htein Bin avvenuto nell’aprile 2018, che colpiscono le comunità circostanti.
Pur in assenza di dati diffusi, una fonte rilevante di inquinamento e di emissioni climalteranti è la pratica dell’addebbiatura, un metodo rudimentale di fertilizzazione ottenuto incendiando i campi, ancora fortemente diffusa in Myanmar, Thailandia, Laos e Cambogia. L’addebbiatura viene praticata nella stagione secca tra novembre e maggio e produce una coltre che, a causa dei monsoni secchi invernali, non può essere ripulita dall’aria per mancanza di piogge. Questa coltre si somma alla sospensione di inquinanti di Cina ed India e forma il fenomeno denominato “Nuvola Marrone Asiatica”, ben visibile dai satelliti fin dalla fine degli anno ’90.
Nell’aprile del 2023, il fenomeno della coltre di fumo è stato particolarmente grave, con impatti perfino in Thailandia, dove la somma delle coltri provenienti dal Myanmar e dal Laos hanno portato all’ospedalizzazione di oltre 2 milioni di persone per problemi respiratori4.
Il governo eletto nel 2015 aveva preso in seria considerazione l’argomento degli incendi ed in collaborazione con la FAO5 aveva elaborato una strategia d’intervento, ma non è chiaro come il governo della giunta militare abbia potuto darne seguito, anche tenendo in considerazione che molte aree forestate ed agricole sono zone di conflitto.
4.3. Acqua
Il Myanmar dispone di abbondanti risorse idriche, distribuite in modo non uniforme nello spazio e nel tempo. Circa l'80% delle precipitazioni medie annue, pari a 2.340 mm, cade durante la stagione dei monsoni (maggio-ottobre) e il 20% nella stagione secca. Il bacino idrografico degli otto principali bacini fluviali del Myanmar è di circa 737.800 km2 e vi sono due principali laghi naturali, il Lago Inle e il Lago Indawgyi. I bacini artificiali costruiti hanno una capacità di 15,46 km3. I bacini artificiali hanno una capacità di 15,46 km3. Il volume potenziale delle risorse idriche sotterranee nel paese è di 580 km3, di cui il volume totale rinnovabile stimato è di 1.046 miliardi di m3 e le risorse idriche interne totali pro capite sono di 24.046 m3/capite/anno6.
Secondo i dati del 2017 Divisione acqua e sanificazione del Ministero delle Costruzioni7, l’acqua utilizzata proviene per il 91% dalle acque superficiali e solo per il 9% dalle falde e viene utilizzata per l’89% in agricoltura, per l’1% dalle industrie e per il 10% dalle municipalità; la produzione idroelettrica utilizza il 3% delle acque disponibili.
Il cambiamento climatico colpisce il Myanmar in modi specifici8:
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le zone altamente produttive del delta e le zone costiere basse, dove si concentra parte della coltivazione del riso, sono esposte all’intrusione dell’acqua di mare e all’erosione costiera a causa dell’innalzamento del livello del mare, la cui salinità riduce i raccolti.
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Nella zona secca centrale nel bacino dell’Ayeyarwady, l’aumento delle temperature porta a siccità, come la grave siccità del 2009 che ha colpito le principali colture di cereali, e alla desertificazione. Nel 2010, una grave siccità ha ridotto le risorse idriche dei villaggi in tutto il paese e distrutto i raccolti agricoli di piselli, fagioli, legumi, canna da zucchero, pomodori e riso.
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Anche le inondazioni rappresentano un problema crescente. Nell'ottobre del 2006 il fiume Zawgyi ha straripato causando ingenti danni ai raccolti. Le forti piogge verificatesi da luglio a ottobre nel 2011 hanno provocato inondazioni nelle regioni di Ayeyawady e Bago, negli stati di Mon e Rakhine, provocando la perdita di circa 1,7 milioni di tonnellate di riso. Nella regione del delta, le mangrovie sono state abbattute per far posto all’allevamento di gamberetti, rendendo il territorio più vulnerabile all’innalzamento del livello del mare.
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Inoltre, la pioggia eccessiva erode pesantemente il terreno, provocando nel 2010 un’eccessiva sedimentazione nell’acqua nello stato di Rakhine, che ha ulteriormente danneggiato le piantine di riso e ridotto i raccolti.
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Il ciclone Mocha si è abbattuto sul Myanmar il 14 maggio 2023 categoria 4, portando venti fino a 250 km/h, forti piogge, mareggiate, inondazioni improvvise e frane. È il ciclone più forte che ha colpito il Golfo del Bengala negli ultimi 10 anni e ha causato danni significativi alle case, alle infrastrutture e ai servizi energetici e idrici delle persone; secondo le stime della World Bank, il danno complessivo ammonta a 2,24 miliardi di dollari, pari al 3,4% del PIL del Myanmar9.
La Politica Nazionale per l’Acqua10, pubblicata nel 2015, il Myanmar dovrebbe completare il sistema integrato nazionale di gestione delle risorse idriche entro il 2040. Il documento programmatico, pur riconoscendo l’autonomia degli Stati e delle Regioni dell’Unione, individua la necessità di sviluppare una Direttiva nazionale, di implementare standard nazionali e di definire in modo chiaro le responsabilità degli Enti coinvolti e dei meccanismo di coordinamento interstatali e interregionali. Il Documento prevede anche che ciascun Stato e Regione dell’Unione costituisca un’Autorità per l’Acqua che definisca e moduli le tariffe del sistema idrico, con indicazione che siano basata su principi volumetrici e che incentivino il riutilizzo ed il riciclo delle acque.
Secondo le premesse della Strategia e Master Plan Nazionale di Gestione dei Rifiuti del Myanmar per il periodo 2018-203011, l’inadeguatezza della gestione delle acque reflue e dei servizi igienico-sanitari, combinata con l’insufficienza di investimenti nell’assistenza sanitaria preventiva, ha rappresentato una problematica significativa per l’ambiente e la salute umana.
La ricerca alla basa della Strategia ha evidenziato che le grandi aree di reinsediamento a Yangon, Mandalay e Nay Pyi Taw dispongono di servizi igienico-sanitari urbani ben al di sotto dei livelli accettabili, con una situazione peggiore in altre regioni e aree povere del Paese. Ad eccezione dei quartieri centrali, in nessuna delle tre principali città del Myanmar esistono sistemi centralizzati di raccolta e trattamento delle acque reflue e delle fognature: le acque reflue domestiche vengono solitamente rilasciate nel drenaggio delle acque piovane e nei corsi d'acqua naturali.
A Yangon, è stato osservato che solo sei aree della città (che ospitano il 7% della popolazione totale) hanno acque reflue e rifiuti fognari gestiti in connessione con impianti di drenaggio e di depurazione con fanghi attivi. Per altre parti della città, i rifiuti delle fosse settiche vengono trasportati tramite autospurghi in bacini di trattamento designati.
A Mandalay, i liquami delle fosse settiche vengono raccolti con gli autospurgo e smaltiti in uno stagno di ossidazione nel terreno del cimitero di Ayeyatenyein, del villaggio di Kyar Ni Kan, della municipalità di Patheingyi (vecchia) e della municipalità di Patheingyi (nuova). Il fango residuo dopo l'evaporazione viene utilizzato come fertilizzante. Inoltre, tutte le industrie che producono acque reflue hanno costruito sistemi individuali di trattamento temporaneo per collegare e smaltire i rifiuti liquidi tramite una tubazione di drenaggio da 10 pollici che viene successivamente collegata al fiume Dohte Hta Waddy senza alcun trattamento preventivo.
A Nay Pyi Taw esiste un impianto centralizzato di trattamento delle acque reflue e fognarie, nel quartiere Wannatheikdeed che comprende 110 unità e una popolazione di 10.000 abitanti. L'impianto di trattamento si avvale di un sistema di microrganismi anaerobici e di un processo di clorazione prima di scaricare l'acqua trattata nel Bukwe Creek.
Prima del colpo di stato del febbraio 2021, il Governo birmano stava lavorando su diversi sviluppi nelle politiche:
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redazione dello standard nazionale di qualità delle acque superficiali.
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Attuazione del progetto sullo sviluppo delle capacità nell'applicazione e nella promozione della conformità ambientale.
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Istituzione di un sistema nazionale di monitoraggio della qualità dell'acqua e la costruzione del laboratorio nazionale per migliorare la capacità nazionale di gestione della qualità dell'acqua in Myanmar.
Rimane da vedere come la giunta militare intenda dare seguito alle Policy ed alle Strategie, intanto diverse Organizzazioni non governative impegnate in progetti di assistenza ambientale e sociale, avviati durante il periodo del governo democraticamente eletto, segnalano che la situazione ambientale ed i rischi climatici sono in generale peggioramento, sia a causa della diffusione dei conflitti, sia a causa delle difficoltà economiche del Paese12,13,14.
4.4. Rifiuti
Secondo le premesse della Strategia e Master Plan Nazionale di Gestione dei Rifiuti del Myanmar per il periodo 2018-203015, I rifiuti in Myanmar provengono da diverse fonti, tra cui nuclei domestici, stabilimenti commerciali, istituzioni, aree pubbliche, ospedali e industrie. La rapida industrializzazione e urbanizzazione del Myanmar, che hanno accompagnato la crescita economica, insieme ai graduali cambiamenti nei modelli di consumo e produzione, hanno creato enormi sfide nella gestione della produzione di rifiuti da tutti questi diversi settori. Secondo il documento programmatico, attualmente non esistono dati accurati e affidabili sulla produzione totale di rifiuti nel Paese ed il documento si basa sulle stime del 2012 della Banca Mondiale, secondo le quali la produzione di rifiuti solidi in Myanmar è stata di 5.616 tonnellate/giorno, con una produzione pro capite di rifiuti pari a 0,44 kg/giorno. Si prevede che, entro il 2025, questa cifra possa raggiungere raggiungerà circa 21.012 tonnellate/giorno con 0,85 kg/pro capite/giorno. Tuttavia, il documento programmatico riporta anche che stime più recenti mostrano che il Myanmar già produceva circa 20.000 tonnellate di rifiuti solidi al giorno nel 2017 e che la produzione media di rifiuti in due grandi città, Yangon e Mandalay, era di circa 0,8 kg pro capite al giorno, co una crescita prevista fino a 1,0 kg pro capite al giorno nel 2025.
Secondo uno studio16 pubblicato ad inizio 2019 dalla Korean Society of Environmental Engineers, in Myanmar, la fornitura di servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti sono gestite dalle Amministrazioni responsabili in modo indipendente. I sistemi municipali di raccolta dei rifiuti nelle città del Myanmar possono essere in gran parte considerati ad alta intensità di manodopera, facendo affidamento sia su lavoratori manuali che su veicoli non specializzati. I metodi di raccolta dei rifiuti in Myanmar prevedono la raccolta dei rifiuti porta a porta, la raccolta dei rifiuti dai cassonetti sul marciapiede, la raccolta nelle discariche stradali, la raccolta nei sistemi di stoccaggio temporaneo e lo spazzamento dei rifiuti sulla strada. Si stima che l'efficienza di raccolta delle principali città del Myanmar è pari a circa il 92%, tuttavia, quella media dell’intero Paese è stimata di circa il 45%. La composizione dei rifiuti solidi urbani (RSU) in Myanmar comprende rifiuti organici (54%), plastica (16%), carta/cartone (8%), vetro (7%), metalli (8%) e altri (7% ). La frazione organica nelle maggiori città, in particolare a Yangon e Mandalay, è comparativamente superiore a quella dell'intero Paese. Attualmente, la discarica a cielo aperto è il principale metodo di smaltimento dei rifiuti in Myanmar, con circa l’85% del totale dei metodi di smaltimento dei rifiuti del Paese. Il settore del riciclo del Paese è ancora in fase di sviluppo, si stima che il tasso di riciclaggio rappresenta circa solo il 2% del totale dei rifiuti prodotti nel Paese e la raccolta è prevalentemente gestita in modo informale.
Secondo uno studio17 pubblicato a dicembre 2020 dall’Institute for Global Environmental Strategies (Giappone) e basato anche su dati forniti dal governo birmano, circa il 28% dei rifiuti urbani in Myanmar si disperde direttamente nell’ambiente, inquinando i corsi d’acqua e l’aria. La combustione all'aria aperta è un metodo comune per ridurre il volume dei rifiuti nelle discariche: circa il 10% di tutti i rifiuti urbani viene bruciato dopo lo smaltimento finale. Le città più piccole fanno, in genere, un uso maggiore di questa pratica, ma soprattutto le comunità rurali si affidano principalmente alla combustione per gestire i rifiuti smaltiti. Si stima che il fiume Ayeyarwady trasporti circa 100 tonnellate di rifiuti plastici al giorno.
A livello dell'Unione, la gestione dei rifiuti solidi è supervisionata dal Ministero delle Risorse Naturali e della Conservazione Ambientale (MONREC). Nello specifico, la Divisione di Controllo dell'Inquinamento (PCD) del Dipartimento di Conservazione Ambientale (ECD) è responsabile della supervisione delle politiche, delle strategie e della legislazione nazionale sulla gestione dei rifiuti. Tuttavia, la PCD attualmente non dispone di personale sul campo dedicato al monitoraggio delle pratiche di gestione dei rifiuti solidi e non esistono meccanismi di monitoraggio e valutazione (M&V) a livello nazionale o regionale per attuare gli standard o le riforme. MONREC ha adottato la Strategia e Master Plan Nazionale per la Gestione dei Rifiuti (NWMSAP), sviluppato attraverso un processo consultivo con cooperazione multisettoriale, pubblicato nel 2019 e adottato ufficialmente dall'Ufficio del Presidente nel gennaio 2020. Il NWMSAP è stato costruito sullo stesso modello come il piano sui rifiuti della città di Mandalay, pubblicato alla fine del 2017 e sviluppato in collaborazione con la guida dell’Institute for Global Environmental Strategies (IGES) e il supporto del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) e del governo del Giappone. Il NWMSAP cita la Legge sulla Conservazione dell'Ambiente del Myanmar del 2012, che assegna al MONREC il ruolo di agenzia “responsabile della formulazione di strategie nazionali o regionali e di piani d'azione relativi alla conservazione e gestione dell'ambiente”. Il documento propone inoltre che tutti i governi locali e statali/regionali siano tenuti a elaborare le proprie strategie di gestione dei rifiuti. A tutto il 2019, almeno una giurisdizione (Mon State) aveva preparato il suo SWMSAP, con il sostegno dell’UNDP. Anche alcune città più piccole hanno iniziato a elaborare piani locali di gestione dei rifiuti, sebbene tendano ad essere meno ambiziosi o strategici rispetto al piano nazionale.
Nelle tre città principali (Yangon, Mandalay e Nay Pyi Taw), la responsabilità dei Rifiuti Solidi Urbani ricade sotto il Dipartimento di Pulizia di ciascun rispettivo Comitato per lo Sviluppo della Città (CDC).
Gli RSU nelle città secondarie sono di competenza delle autorità municipali locali chiamate Organizzazione degli Affari di Sviluppo (DAO).
La giurisdizione dei Comuni copre solo i quartieri urbani. Ogni stato e regione del Myanmar è diviso in Distretti, che a loro volta sono suddivisi in “township” (da un punto di vista dimensionale corrispondono alle Regioni italiane). A loro volta, le township sono composto da “ward”, cioè aree urbani e periurbane, ciascuno dei quali ha una propria unità Amministrativa, e dagli “overvillage”, cioè delle comunità di villaggi rurali. Le DAO non hanno giurisdizione sugli overvillage, che quindi rimangono in gran parte scoperti per le esigenze infrastrutturali degli RSU. Tuttavia, il Dipartimento per lo Sviluppo Rurale (DRD) del Ministero dell’Agricoltura, dell’Allevamento e dell’Irrigazione (MoALI) sta gradualmente assumendo la responsabilità di affrontare la gestione dei rifiuti nelle aree rurali.
Spetta agli Enti Municipali reperire i fondi, anche se le città più piccole potrebbero ricevere un sostegno più significativo da parte dei governi statali e regionali. Le principali fonti di entrate per le città più grandi includono aste di licenze di monopolio (ad esempio macelli), permessi commerciali, tasse sulla proprietà, condivisione delle entrate delle imposte sul reddito (5% dell'imposta sul reddito riscossa) e trasferimenti da parte dei governi dell'Unione e degli Stati e delle Regioni.
Le città faticano a coprire i costi della raccolta dei rifiuti. Le entrate derivanti dalle tasse sulla proprietà sono estremamente basse e la maggior parte dei “Dipartimenti di Pulizia” municipali ha storicamente registrato un consistente deficit operativo, nonostante i bassi costi di raccolta dei rifiuti in Myanmar rispetto ai Paesi vicini. Un'analisi dell'UNDP per gli Stati Rakhine e Mon conclude che i costi di raccolta per tonnellata sono rispettivamente di 8.000 MMK (~4.50 EURO nel 2020) e 5.000 MMK (~2,90 EURO nel 2020). In piccole città come Magway, è stato stimato che raccogliere e smaltire una tonnellata di rifiuti costi circa 8.500 MMK (4,93 EURO nel 2020), mentre a Mandalay City le stime dei costi operativi variano tra circa 15.000 MMK (~8,7 EURO nel 2020) e 20.000 MMK (11,6 EURO nel 2020) per tonnellata. Dato che i residenti in genere pagano una percentuale minima del reddito per tasse o tariffe che coprono i servizi di raccolta dei rifiuti, l’onere è in gran parte sostenuto dai bilanci comunali, che sono già tesi (quando si includono le spese in conto capitale, il deficit diventa ancora più grande). In generale, le “entrate” del Dipartimento delle Pulizie derivanti dalle tasse sulla proprietà nelle città secondarie tendono a coprire solo il 20% o meno delle spese operative. I comuni stanno effettivamente sovvenzionando la raccolta dei rifiuti attingendo dal loro bilancio generale, limitando così le risorse per la fornitura di altri servizi essenziali.
4.5. Suolo
Nel testo della Strategia e Master Plan Nazionale di Gestione dei Rifiuti, la parola “suolo” ricorre solo 8 volte, mentre la parola “acqua” ricorre per 35 volte, questo è indicativo di quanto il Myanmar sia ancora ai primordi sulla gestione e la tutela dell’inquinamento del suolo e del sottosuolo.
Esistono diverso studi sul degrado del suolo, tutti correlati alle pratiche agricole e, infatti, il tema del degrado del suolo ricorre soprattutto nella pianificazione strategica del settore agricolo (tra gli altri, Piano d'azione nazionale del Myanmar per la sicurezza alimentare e nutrizionale, Strategia agricola climatica intelligente del Myanmar, Strategia di sviluppo del settore del riso in Myanmar, Road map della catena del valore alimentare), come problematica legata all’erosione, alla fertilità ed alla salinità.
Il 29 dicembre 2015 sono state pubblicate le linee guida18 nazionali sulla qualità ambientale del Myanmar, il documento si concentra sulle emissioni di diversi settori e non comprende il suolo.
La Valutazione di Impatto Ambientale della Zona Economica Speciale di Thilawa19, prodotta nel 2013, per le analisi della qualità del suolo e dei sedimenti ha utilizzato i parametri di riferimento della normativa giapponese
1 https://www.worldbank.org/en/country/myanmar/publication/in-the-dark-power-sector-challenges-in-myanmar
2 https://www.worldbank.org/en/news/video/2019/06/11/myanmar-country-environmental-analysis-air-pollution
3 https://cdn.who.int/media/docs/default-source/searo/myanmar/air-pollution-(9-may-2019).pdf
4 https://www.scmp.com/week-asia/health-environment/article/3216349/smog-drives-away-thailands-tourists-laos-myanmar-farmers-grow-cash-crops-china
5 https://www.fao.org/3/ca8777en/CA8777EN.pdf
6 https://wepa-db.net/wp-content/uploads/2023/02/1_State-of-water-environment_Myanmar.pdf
7 https://www.mlit.go.jp/common/001219601.pdf
8 https://www.open.edu/openlearncreate/mod/oucontent/view.php?id=156334§ion=2
9 https://www.worldbank.org/en/country/myanmar/publication/global-rapid-post-disaster-damage-estimation-grade-report
10 https://faolex.fao.org/docs/pdf/mya201049.pdf
11 https://wedocs.unep.org/bitstream/handle/20.500.11822/33128/NWMSMP.pdf
12 https://www.iucn.nl/en/story/nature-conservation-in-times-of-conflict-myanmar/
13 https://www.eastasiaforum.org/2023/11/09/conflicts-intensify-climate-change-risks-in-myanmar/
14 https://reliefweb.int/report/myanmar/military-coup-has-exacerbated-already-severe-climate-risks-myanmar-un-experts
15 https://wedocs.unep.org/bitstream/handle/20.500.11822/33128/NWMSMP.pdf?sequence=1&isAllowed=y
16 https://www.researchgate.net/publication/329716255_Estimation_of_greenhouse_gas_emissions_An_alternative_approach_to_waste_management_for_reducing_the_environmental_impacts_in_Myanmar
17 https://www.iges.or.jp/en/publication_documents/pub/policyreport/en/11386/Digging+Through_20210107_web.pdf
18 https://www.myanmar-responsiblebusiness.org/resources/emissions-guidelines.html
19 https://libportal.jica.go.jp/library/Data/DocforEnvironment/EIA-EPC/SoutheastAsia/MyanmarTSEZDP/EIA.pdf