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4. Energia e Ambiente

In questa sezione vengono trattati i seguenti argomenti: infrastruttura energetica, qualità dell'aria, acqua, rifiuti e suolo

Indice

 

4.1. Energia

Il Laos intende sfruttare il suo enorme potenziale idroelettrico per diventare la “batteria della sotto-regione del Mekong” e fornire energia elettrica ai Paesi confinanti.

Nel 2018, la capacità energetica installata ammontava a 7422 MW, di cui il 74% da Idroelettrico, per una produzione di 34.656 GWh, di cui l’83% esportato. 

I consumi energetici interni sono destinati al 42% ad usi industriali, al 22% per i Servizi ed al 35% per usi residenziali, con consumi in crescita: dal 2018 al 2019 la crescita è stata del 18%, la stima al 2030 è che i consumi cresceranno ad un tasso composito tra l’11% ed il 12% annuo.

Il Ministero dell’Energia stima ancora un potenziale enorme per l’idroelettrico, ma l’obiettivo è quello di aumentare la produzione bilanciando le fonti, utilizzando in parte il carbone, ma anche fonti rinnovabili: lo scenario al 2030 prevede una capacità installata complessiva di 27.697 MW, di cui 20.773 MW (75%) da idroelettrico, 2.406 MW (8.7%) da fotovoltaico, 600 MW (2,2%) da Eolico, 40MW (0,1%) da biomassa e 3.878 MW (14%) da Carbone.

Per quanto riguarda la produzione eolica, una joint venture tailandese-giapponese ha già aperto il cantiere per l’installazione di 133 pale eoliche per la capacità di 600 MW, il parco dovrebbe entrare in funzione nel 2025, raggiungendo la quota prevista dal Governo laotiano per il 2030, tuttavia a dicembre 2022 sono iniziate le negoziazioni per un secondo grande parco eolico da 250MW, con un investimento vietnamita, facendo intravvedere la possibilità di una riduzione del peso del carbone nel mix energetico.

Il Governo Laotiano promuove la realizzazione degli impianti in Partenariato Pubblico Privato; per gli impianti da fonti rinnovabili sono previsti incentivi finanziari ma non una feed-in tariff.

 

4.2. Aria

4.2.1. inquinamento domestico

Secondo l’osservatorio UNEP-GRID1, in Laos oltre 4.400 persone muoiono ogni anno a causa dell’inquinamento atmosferico domestico, con un impatto economico, calcolato dalla Banca Mondiale2, pari al 5,69% del PIL.

Secondo la Banca Mondiale, con riferimento al 2017, oltre il 93% della popolazione del Laos utilizza combustibili solidi come principale combustibile per cucinare, con il 67% della popolazione che fa affidamento sul legno e oltre il 26% sulla carbonella (carbone da legna).

Meno del 7% della popolazione cucina con energie pulite (elettricità, GPL e gas/biogas), la percentuale di gran lunga più bassa del Sud-Est Asiatico: il 67% della popolazione in Vietnam e il 75% della popolazione in Tailandia cucinano con energie pulite, in Cambogia, il cui PIL pro capite è circa la metà di quello laotiano, l'uso di energie pulite per cucinare è circa tre volte superiore a quello del Laos

Già dal 2017, circa il 94% della popolazione del Laos ha accesso all'elettricità, un risultato encomiabile considerando il terreno montuoso, la bassa densità di popolazione e molte popolazioni remote. Tuttavia, nel 2017, solo il 2,2% della popolazione nazionale, il 5,3% della popolazione urbana e il 9% della popolazione della capitale Vientiane hanno utilizzato l'elettricità come energia primaria per cucinare.

Queste sono praticamente le stesse percentuali del 2011, ma rappresenta un netto calo rispetto al 1995, quando oltre il 10% della popolazione urbana e il 22% della popolazione di Vientiane utilizzavano l'elettricità per cucinare. Il calo è attribuito all'aumento delle tariffe elettriche residenziali per il recupero dei costi e la sostenibilità finanziaria della società di servizi pubblici.

Quasi il 49% delle famiglie in Laos utilizza una stufa a combustibile solido fabbricata, il 21% utilizza un fornello tradizionale a combustibile solido e il 22% accende un fuoco libero al centro di tre pietre, solo l‘1% delle famiglie ha un camino o un impianto di ventilazione.

 

4.2.2. Inquinamento ambientale

Ogni anno, sono circa 2700 i laotiani che muoiono per l’inquinamento atmosferico, con un impatto economico, calcolato dalla Banca Mondiale, pari al 3,5% del PIL

Il Laos non ha industrie pesanti e ha principalmente industrie di piccole dimensioni, per questo motivo la qualità dell'aria del Laos è relativamente buona e considerata accettabile dagli standard nazionali

Tuttavia la crescita economica comporta anche l’aumento dell’inquinamento atmosferico, a causa dei trasporti di merci e persone, della combustione dei rifiuti solidi domestici (che è una pratica ancora diffusa), della progressiva deforestazione con incendi boschivi, delle pratiche agricole applicate dagli agricoltori che, nel periodo tra gennaio ed aprile, procedono all’addebbiatura (taglia e brucia), che sommata agli incendi nelle foreste produce una coltre di fumo persistente per mesi e che si estende anche al nord della Tailandia.

Non risulta essere attivo un sistema di monitoraggio della qualità dell’aria su scala nazionale.

In Laos, la lotta all’inquinamento atmosferico è legata soprattutto allo sviluppo di una maggiore coscienza collettiva sull’ambiente e sui rischi per la salute, all’individuazione di alternative all’utilizzo di combustibili solidi per la cottura, l’adozione di tecniche più moderne di coltivazione, il controllo della deforestazione selvaggia e lo sviluppo delle infrastrutture per la gestione dei rifiuti, soprattutto nelle zone rurali.

 

4.3. Acqua

L'inquinamento idrico è in rapido aumento nelle aree urbane e rurali. La maggior parte delle aree urbane non dispone di strutture per il trattamento delle acque reflue, quindi strutture fognarie inadeguate hanno accelerato lo scarico dei rifiuti liquidi domestici nei corpi idrici. A causa dell'urbanizzazione casuale, lo scarico di liquami domestici, fanghi fecali, effluenti industriali e lo scarico di rifiuti solidi nei corpi idrici e l'uso intensivo di fertilizzanti chimici e pesticidi nelle pratiche agricole hanno gravemente deteriorato la qualità dell'acqua nei fiumi. Nelle zone montuose, l'installazione di impianti idroelettrici pone ulteriori problemi o rischi per la qualità dell'acqua.

Secondo la Banca Mondiale, il costo della mancanza di un’adeguata gestione delle acque e dell’impatto su ambiente e salute equivale a circa il 2,92% del PIL.

 

4.3.1. Acqua potabile

Nel 2017, circa l'84% della popolazione ha avuto accesso ad una fonte di acqua potabile, rispetto al 74% nel 2011, ma la fonte più diffusa è stata l'acqua in bottiglia, utilizzata da ben il 48% della popolazione domestica. C'è un divario di quasi 20 punti percentuali tra la popolazione urbana e quella rurale: quasi il 97% delle persone che vivono nelle aree urbane utilizza migliori fonti di acqua potabile contro il 78% nelle aree rurali.

L'uso dell'acqua in bottiglia per bere è particolarmente diffuso nei i due quintili più ricchi di famiglie, rispettivamente 83% ed 82%. Dal 2011 al 2017, l'uso di acqua potabile in bottiglia è più che raddoppiato nel secondo quintile più ricco e quadruplicato nel quintile medio. L'uso di acqua in bottiglia è minimo nei i due quintili più poveri, rispettivamente 14% e 2% .

Circa il 37% della popolazione domestica ha riferito di aver trattato l'acqua prima di berla. I principali metodi di trattamento erano l'ebollizione dell'acqua (33%) e il filtraggio dell'acqua (4%). Ciò rappresenta un drastico calo rispetto al 2011, quando il 57% dichiarava di trattare l'acqua prima di berla.

La prevalenza del trattamento dell'acqua potabile è particolarmente bassa tra i due quintili più ricchi di famiglie, che coincidono con queste famiglie che utilizzano principalmente acqua in bottiglia per bere. Anche il trattamento dell'acqua potabile è diminuito tra i due quintili più poveri dal 2011 al 2017.

Tuttavia, il Social Indicator Survey condotto dal Governo laotiano nel 2017 include i risultati di un’indagine per i batteri escherichia coli (un indicatore di contaminazione fecale) nell'acqua potabile di oltre 3.000 famiglie. Ben l'86% della popolazione domestica aveva escherichia coli nell'acqua potabile e ben il 38% aveva concentrazioni molto elevate (>100 escherichia coli per 100 ml). La prevalenza di escherichia coli non era molto diversa per le famiglie che utilizzavano fonti potabili rispetto a quelle che utilizzavano fonti non potabili. 

Anche la presenza di escherichia coli nelle principali fonti di acqua potabile è abbastanza simile, con una prevalenza leggermente inferiore tra le famiglie che utilizzano acqua corrente e acqua in bottiglia. Tuttavia, la situazione per l'acqua in bottiglia (che dovrebbe essere trattata con osmosi inversa) non era sostanzialmente migliore rispetto agli altri tipi di acqua potabile, con l'85% degli utenti che aveva escherichia coli nell'acqua potabile in bottiglia e il 29% degli utenti che aveva alte concentrazioni. È interessante notare che il 29% di tutte le famiglie che utilizzavano acqua potabile in bottiglia presentava una concentrazione di escherichia coli superiore a 100 per 100 ml, mentre solo il 20% del quintile più ricco di famiglie aveva questa concentrazione. Ciò suggerisce che il quintile più ricco di famiglie ottiene acqua in bottiglia di qualità migliore rispetto ad altre famiglie, sia per la loro ubicazione nel paese o per le aziende da cui acquistano acqua in bottiglia.

Particolare attenzione è stata posta relativamente alla concentrazione di Arsenico nei pozzi. Il Laos ha condotto una prima indagine nel 2008 su 61 pozzi, poi altre indagini sono state condotte nel 2011, a conclusione delle quali si stimava che circa 400.000 persone nelle provincie centrali e meridionali utilizzavano acqua di pozzo con concentrazioni di Arsenico superiori alle linee guida OMS (10 μg/litro); nello studio del 2017 la stima è stata abbassata a 300.000 abitanti, per il fatto che una percentuale maggiore di popolazione ha smesso di usare l’acqua di pozzo in favore dell’acqua imbottigliata.

 

4.3.2. Servizi sanitari e trattamento acque reflue

Nel 2017 circa il 71% della popolazione ha avuto accesso a servizi igienici e non condivisi, rispetto al 57% nel 2011.

Il tipo predominante di impianto igienico-sanitario è la toilette con sciacquone collegata a una fossa settica o pozzo. Meno del 3% utilizza altri tipi di strutture igienico-sanitarie come una fossa asciutta, latrine a fossa ventilata, toilette per il compostaggio o toilette con secchio/sospensione. Nel 2017, ancora il 24% ha praticato la defecazione all’aperto, anche se in calo rispetto al 38% del 2011.

L'accesso a servizi igienico-sanitari migliorati varia notevolmente in base al tenore di vita della famiglia. Quasi il 100% del quintile più ricco di famiglie ha i servizi igienico-sanitari migliorati, contro il 25% del quintile più povero.

Nelle aree urbane, un volume elevato di acque reflue viene scaricato direttamente in ambiente, in fossi stradali, risaie, stagni, ecc., prima di entrare nei fiumi e nei torrenti. Questa è la causa principale della contaminazione dell'acqua e una delle maggiori preoccupazioni nel Laos, dato che solo una piccolissima porzione delle aree urbane delle grandi città è servita da reti fognarie. 

Di conseguenza, l'acqua nel sistema di drenaggio è invariabilmente contaminata da materia fecale e coliformi provenienti da latrine e effluenti di fosse settiche.

Ci sono stati numerosi programmi pilota sostenuti da ONG per migliorare la gestione delle acque reflue e dell'igiene nelle zone urbanizzate, attraverso il miglioramento dei sistemi di drenaggio e lo sviluppo di stagni di stabilizzazione, tuttavia la maggior parte di questi programmi non ha avuto successo a causa dell’inadeguatezza delle tecniche e finanziarie per il funzionamento e la manutenzione delle strutture.

Il Dipartimento per l'approvvigionamento idrico all'interno del Ministero dei lavori pubblici e dei trasporti (MPWT) è responsabile della gestione dell'acqua, dei servizi igienico-sanitari e del trattamento delle acque reflue. Tuttavia, a parte gli standard generali fissati dal Ministero delle risorse naturali e dell'ambiente, non esistono norme chiare sul trattamento delle acque reflue o sullo scarico di metalli pesanti. Per questo motivo, i progetti di risanamento e trattamento delle acque reflue finanziati da agenzie di sviluppo multilaterali come la Banca mondiale (WB) o la Banca asiatica di sviluppo (ADB) devono aderire alle buone pratiche e agli standard internazionali definiti nell'International Finance Corporation (IFC) e linee guida della Banca Mondiale per l'ambiente, la salute e la sicurezza (EHS).

L’Asia Development Bank3 supporta l’implementazione dei Sistemi Decentralizzati di Trattamento delle Acque reflue (DEWATS), che utilizzano processi fisici naturali combinati con attività aerobiche e anaerobiche di microrganismi, che crescono naturalmente nelle acque reflue, eventualmente supportati da una fase di fitodepurazione. Questi sistemi si basano sui principi di decentralizzazione, semplicità e riutilizzo dei prodotti di trattamento, la semplicità si ottiene attraverso il trattamento in loco senza prodotti chimici o apparecchiature elettrochimiche o input di energia e con requisiti di manutenzione ridotti, trattando fino a 1000 metri cubi di acque reflue al giorno (circa 2.500 famiglie).

 

4.4. Rifiuti

Tra i Paesi del Sud Est asiatico, il Laos è quello che produce meno rifiuti solidi, con un media rilevata nel 2015 di 0,15 kg pro capite al giorno, che si prevede crescerà a 0,18 kg nel 2030 ed a 0,22 kg nel 2050; ma nonostante la bassa generazione, il Laos deve affrontare sfide importanti per risolvere una situazione carente nei sistemi di raccolta e nei metodi di smaltimento.

Le scarse risorse economiche limitano l’organizzazione dei servizi di raccolta alle aree urbane, lasciando molte località remote sotto-servite o prive di servizi. I tassi di raccolta raggiungono il 60% nelle aree urbane e il 35% nelle aree rurali.

I sistemi di raccolta insufficienti e la mancanza di consapevolezza spingono i cittadini a bruciare i rifiuti all'aperto, a seppellirli, a scaricarli in terreni non occupati o a scaricarli nei corsi d’acqua. Solo il 30% dei rifiuti viene smaltito in discarica vere proprie e solo il 10% viene riciclato.

La maggior parte delle discariche del paese sono non controllate, a cielo aperto, non soddisfano gli standard sanitari e mancano di sistemi di raccolta del percolato e di pozzi di monitoraggio. I rifiuti pericolosi non vengono raccolti o trattati separatamente dai rifiuti generici, con conseguente smaltimento di materiali tossici e rifiuti sanitari con i rifiuti urbani.

Nella capitale Vientiane, il City Office for Management and Service (VCOMS) offre contratti annuali a società private per servizi di raccolta, specificando i distretti in cui possono operare. Le aziende private addebitano una tassa di raccolta direttamente ai propri clienti. Nel 2017, le tariffe sono state aumentate da 25.500 KN/mese a 41.550 KN/mese (da 3 US$/mese a 5 US$/mese).

Alle famiglie e al settore commerciale vengono addebitate tariffe diverse. A partire dal 2015, agli uffici venivano addebitati 30.000–50.000 KN al mese (da 3,5 USD al mese a 5,8 USD al mese); ai mercati sono stati addebitati 150.000–180.000 KN/container (17,4–21,2 US$/container).

I rifiuti raccolti vengono portati in una stazione di travaso che funge unicamente da punto di scarico e carico, dove i riciclabili possono essere recuperati dagli addetti della stazione. Diciassette piccoli camion comunali per la raccolta dei rifiuti (3 tonnellate/unità) entrano due volte al giorno nell’area della stazione di trasferimento, dove non sono ammessi né i raccoglitori informali né le società private. La struttura dispone di due macchine di miscelazione utilizzate per trasferire i rifiuti dai piccoli veicoli a tre camion più grandi (20 tonnellate/unità) che trasportano i rifiuti due o tre volte al giorno in una discarica situata a 32 km dal centro della città; tale discarica non è conforme agli standard operativi.

Stime preliminari indicano che la plastica costituisce circa il 12% dei rifiuti solidi urbani a Vientiane. Nel 2016, il tasso di riciclaggio in città ha raggiunto il 10 percento, includendo plastica, carta e metalli.

I dati sulla portata dell'inquinamento da rifiuti di plastica nel paese non sono disponibili, tuttavia, le stime suggeriscono che la maggior parte della plastica viene bruciata, contribuendo all'inquinamento atmosferico, o scaricata all’aperto, spesso vicino ai corsi d'acqua. Conseguentemente, rifiuti di plastica ingombrano gli argini dei corsi d'acqua, ammassi di rifiuti di plastica galleggiano nei corsi d'acqua e inquinano le acque e, in ultima analisi, gli oceani, ed intasano il flusso di canali e fiumi, portando a un aumento delle inondazioni. Si stima che circa 30 milioni di persone dipendano dal bacino del Mekong per il proprio sostentamento. Tuttavia, il fiume, che scorre attraverso tutto il Laos, è sempre più carico di inquinamento da plastica ed è tra i dieci corsi d'acqua che contribuiscono di più all’inquinamento da plastica nell'oceano.

Da quando, nel 2018, la Cina ha vietato l'importazione di rifiuti di plastica, la quantità di rifiuti di plastica importati dal Laos è notevolmente aumentata, solo nel 2019 è passata da 7.800 a 100.000 tonnellate e il Governo del Laos ha reagito vietando la creazione di nuovi impianti di trattamento dei rifiuti di plastica, sebbene riconoscendo che tale quantità è destinata ad aumentare ancora nei prossimi anni.

Nel 2022, il Ministero delle Risorse Naturali e dell’Ambiente (MoNRE) ha iniziato una collaborazione con la Banca Mondiale per la redazione di un Piano d’Azione Nazionale per la Plastica (NPAP). Oltre ad implementare un'analisi sull'inquinamento da plastica, viene fatta una valutazione sulle potenziali misure politiche necessarie per ripulire il Laos dalla plastica e su come implementare un nuovo approccio alla gestione dei rifiuti, con un passaggio ad un modello circolare e sostenibile.

 

4.5. Suolo

Il 78% della superficie totale del Laos è montuoso e l'attuale copertura forestale è stimata al 62%. Le sfide del degrado del suolo in Laos includono l'erosione del suolo a causa di disastri naturali, il cambiamento dell'uso del suolo dovuto a progetti di sviluppo, l'uso eccessivo di sostanze chimiche in agricoltura e nell'industria nelle parti settentrionali e centrali del Laos, eventi di siccità che riducono la produttività delle colture, deforestazione e cambio d’uso del suolo.

Il paese è soggetto a sette rischi principali: inondazioni, siccità, tempeste, frane, epidemie e ordigni inesplosi (UXO). Poiché la maggior parte delle persone che vivono nelle aree rurali dipende dall'agricoltura per il proprio sostentamento, la presenza di ordigni inesplosi rende pericoloso l'uso delle terre per scopi agricoli e comunitari, il che a sua volta influisce negativamente sullo sviluppo socio-economico del paese. La presenza di ordigni inesplosi ha anche causato carenza di cibo e di mezzi di sussistenza ed amplia la disparità tra aree urbane e rurali.

L'inquinamento del suolo deriva principalmente dall'uso illegale del suolo, dall'estrazione incontrollata, dai rifiuti elettronici e dai rifiuti chimici della produzione agricola. Il suolo può essere contaminato da una vasta gamma di sostanze inquinanti, inclusi pesticidi, piombo e cadmio. Il Laos ha aree agricole produttive limitate, tuttavia non esiste un'organizzazione per controllare se ci sono residui chimici nel suolo. I terreni agricoli sono inoltre limitati da aree a rischio di ordigni inesplosi (UXO) e aree con contaminazione da diossina dovuta all'Agente Orange (defogliante) utilizzati durante la guerra del Vietnam.

Il Laos è dotato di enormi depositi di risorse minerarie non sfruttate in oltre 570 località4 in tutto il paese, in particolare di oro, argento, rame, piombo, zinco, bauxite, allumina, carbonato di potassio ed altri minerali. L'estrazione mineraria è stata un motore chiave della crescita economica sin dall'inizio della produzione nel 2002. Da allora, gli investimenti esteri hanno contribuito a sviluppare ricche risorse minerarie, che rappresentano circa il 30% del totale degli investimenti diretti esteri nel Laos. Il governo spera di aumentare la capacità di lavorazione dei minerali per ridurre il numero di minerali grezzi esportati e aggiungere valore esportando minerali lavorati.

Il Governo Laotiano si sta preoccupando di spingere le aziende minerarie a rispettare le normative ambientali, anche tramite programmi di cooperazione internazionale (per esempio con Federal Institute for Geosciences and Natural Resources della Germania5), per questo motivo tali aziende sono alla ricerca di servizi di consulenza e assistenza, soprattutto per quanto riguarda stabilizzanti del suolo, sistemi di raccolta della polvere, sistemi di ventilazione, filtrazione dell'acqua e controllo dell'erosione.

1 https://dicf.unepgrid.ch/lao-peoples-democratic-republic/pollution#section-responses

2 https://documents1.worldbank.org/curated/en/646361631109058780/pdf/Environmental-Challenges-for-Green-Growth-and-Poverty-Reduction-A-Country-Environmental-Analysis-for-the-Lao-People-s-Democratic-Republic.pdf

3 “Wastewater Treatment Solutions for Urban and Peri-Urban Communities in the Lao People’s Democratic Republic”, Asian Development Bank, anno 2021, https://www.adb.org/sites/default/files/publication/755201/wastewater-treatment-solutions-lao-peoples-democratic-republic.pdf

4 https://www.tradecommissioner.gc.ca/laos/market-reports-etudes-de-marches/0006657.aspx?lang=eng

5 https://www.bgr.bund.de/EN/Themen/Zusammenarbeit/TechnZusammenarb/Projekte/Laufend/Asien/3012_2018-2096-8_Laos_BergbauberatungIV_en.html